ACCOGLIENZA O TOLLERANZA ZERO?

ACCOGLIENZA O TOLLERANZA ZERO?

Il giorno 15 maggio 2008 su REPUBBLICA.IT sono stati pubblicati due articoli che sono tipici di due atteggiamenti contrapposti fra loro, atteggiamenti presenti entrambi qui in Italia. Il primo visibile in http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/sicurezza-politica-3/sondaggio-rom/sondaggio-rom.html veniva intitolato “I Rom peggio degli extra comunitari”. L’altro, presente all’indirizzo http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/esteri/benedettoxvi-21/migranti-itineranti/migranti-itineranti.html parlava del papa cattolico romano che invitava a favorire il ricongiungimento famigliare per i migranti. Se letti e analizzati con attenzione, possiamo vedere che tutti e due questi atteggiamenti hanno i loro pro e i loro contro. Dire che “i rom sono peggio degli extra comunitari” può, ad una prima lettura, oltre che costituire una grossa generalizzazione essere considerato anche razzista e pericoloso. D’altro canto, in prima analisi, favorire il ricongiungimento famigliare può essere considerato cosa positiva e lodevole ma, certamente, va fatto con criterio, per evitare la creazione di nuovi problemi di vario genere.
Coloro che mi conoscono sanno che io, come tanti altri evangelici conservatori, amo gli immigrati che desiderano impegnarsi lavorando e trovare un futuro in questa nazione.
In ogni caso, per approfondire la questione, bisognerebbe, per evitare ogni buonismo e faciloneria, trarre dei principi dalla Bibbia per sapere come agire in questa realtà complessa.
Se esaminiamo la Bibbia, in particolar modo il Levitico, troviamo che in essa Dio invitava ad amare e ad accogliere lo straniero. E anche nel Nuovo Testamento, si viene invitati ad accogliersi gli uni gli altri. D’altra parte, però, la Bibbia condanna anche la pigrizia ed il furto, insegnando, anche nel Nuovo Testamento, l’etica del lavoro. San Paolo esortava dei credenti in Tessalonica a lavorare con le proprie mani, affaticandosi, per non dipendere da alcuno. Quindi, la dipendenza a lungo termine da altri, quando si è perfettamente capaci di lavorare con le proprie mani, viene scoraggiata dalla Bibbia stessa.
In ultima analisi, possiamo dire che anche se concordiamo con il papa sul bisogno di amare coloro che sono diversi da noi ed il bisogno di valorizzare la famiglia, ciò non implica tollerare di continuo comportamenti illegali e nocivi per il resto della società umana. Amare i peccatori a livello individuale non significa tollerare le ingiustizie a livello governativo o societario. Dobbiamo pregare per il nostro governo e i nostri governanti (1 Timoteo 2) affinché emanino delle buone leggi, per il bene di tutti coloro che dimorano in Italia.

Andrea Diprose
(Consulente multi culturale e membro dell’Alleanza Evangelica Italiana)

Una Risposta to “ACCOGLIENZA O TOLLERANZA ZERO?”

  1. Andrew Diprose Says:

    Oggi su http://www.evangelici.net si legge la seguente notizia:
    “Aggredita ragazzina rom premio Unicef 2008
    Inserita il 18/6/2008 alle 17:12 nella categoria: Rassegna Stampa
    Invia Stampa

    MILANO – Il gruppo EveryOne denuncia l’aggressione a Rebecca Covaciu, figlia di un pastore evangelico rom, e alla sua famiglia, avvenuta ieri mattina in zona Giambellino a Milano da parte di due italiani.

    È accaduto ieri mattina, 17 giugno, alle 8 a Milano. La famiglia Covaciu, romena di etnia Rom, già oggetto di continue peregrinazioni per l’Italia a seguito di vessazioni, minacce e sgomberi, stava uscendo dalla tenda in cui da diversi giorni si era stabilita, in un microinsediamento nella zona di Giambellino, quando è stata brutalmente aggredita da due italiani di età compresa fra i 35 e i 40 anni.

    Rebecca, dodici anni, nota per essersi aggiudicata in Italia il Premio Unicef – Caffè Shakerato 2008 per le sue doti artistiche applicate all’intercultura, e il fratellino Ioni, 14 anni, sono stati prima spintonati e poi picchiati. I genitori, uno dei quali è Stelian Covaciu, pastore della Chiesa Pentecostale, che assieme al fratello maggiore di Rebecca erano accorsi per difendere i figli, sono stati ricoperti di insulti razzisti, minacciati, indotti a lasciare immediatamente l’Italia e subito dopo percossi. I Covaciu a quel punto sono fuggiti verso la stazione di San Cristoforo, in piazza Tirana, e accorgendosi di essere ancora seguiti hanno chiesto aiuto ai passanti. Nessuno è intervenuto.

    Mentre la famiglia si stava avviando verso il parco antistante la stazione, la signora Covaciu, cardiopatica, è stata colta da un malore. Stellian Covaciu ha a quel punto contattato telefonicamente Roberto Malini del Gruppo EveryOne, che ha dato l’allarme facendo inviare sul posto una volante della Squadra Mobile di Milano e un’ambulanza. All’arrivo della Polizia, gli aggressori si sono dileguati.

    Prima ancora dell’aggressione, l’Unicef aveva manifestato indignazione per la vicenda della piccola Rebecca, simbolo di un’infanzia senza diritti. Il Gruppo EveryOne era in procinto di organizzare un ritorno della famiglia in Romania per sottrarla all’ostilità che colpisce i Rom a Milano.

    «Questa nuova violenza contro le famiglie Rom è spaventosa e deve sollevare la protesta della società civile» commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. «Quello che è avvenuto a Rebecca e alla sua famiglia è sintomatico del clima, ormai fuori controllo nel nostro Paese, di odio e intolleranza nei confronti del popolo Rom. Purtroppo non si tratta affatto di un caso isolato, ma dell’ennesimo gravissimo episodio di violenza, ai danni di una famiglia innocente, che rimarrà impunito e annuncia tempi davvero oscuri per l’Italia».

    Il Gruppo EveryOne ha recentemente denunciato l’aggressione a Rimini, avvenuta nell’indifferenza generale, di una ragazzina Rom incinta, presa a calci da un italiano mentre chiedeva l’elemosina. A Pesaro, qualche giorno fa, Thoma, il membro più anziano della locale comunità Rom, sofferente di un handicap a una gamba e cardiopatico, è stato colpito al capo e umiliato in pieno centro storico. Nella stessa città, i parroci hanno recentemente vietato ai Rom di chiedere l’elemosina davanti alle chiese.

    Nei giorni precedenti all’aggressione della famiglia Covaciu, EveryOne ha ricevuto segnalazioni di numerosi episodi di violenza da parte di italiani nei confronti di persone di etnia Rom, soprattutto dei più deboli: bambini e donne. «L’attuale clima di discriminazione generale e l’atteggiamento ostile delle autorità – continuano Malini, Pegoraro e Picciau – fanno sì che le persone aggredite non trovino più il coraggio di denunciare i loro aggressori».

    da: vita.it
    data: 18 giugno 2008”

    Che vergogna! Si dice spesso che noi italiani non siamo razzisti! E come se lo siamo!! Ma possibile che non si riesca a distinguere fra ROM che rubano e sfruttano il prossimo e Rom che si comportano meglio di tanti italiani?! E’ proprio vero, ogni scusa è valida per peccare scagliandosi contro i più deboli. Non c’è equilibrio! Il cuore dell’uomo, come dice il profeta Geremia, è insanabilmente malvagio!! L’unica cura è avere Dio nella propria vita, che trasforma le nostre vite e ci rende capaci di amare altri.

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