Comando n° 2
RAVVEDETEVI
Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 4:17).
Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento (Lu 5:32).
I Niniviti compariranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c’è più di Giona! (Mt 12:41).
Ma se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo (Lu 13:3, 5).
Il primo comando durante il ministero pubblico di Gesù era: «Ravvedetevi». Egli dava questo comando indiscriminatamente a tutti coloro che lo ascoltavano. Era un appello ad un cambiamento interiore radicale verso Dio e verso l’uomo.
COS’È IL RAVVEDIMENTO?
Due cose ci dimostrano che il ravvedimento è un cambiamento interiore della mente e del cuore piuttosto che un semplice dispiacere per il peccato o un semplice miglioramento del proprio comportamento. In primo luogo, il significato della parola greca tradotta in italiano con «ravvedersi» (metanoèō) punta in questa direzione. Questo termine si compone di due parti: meta e noèō. La seconda parte (noèō) si riferisce alla mente e ai suoi pensieri e percezioni, disposizioni e scopi. La prima parte, invece, (meta) è un prefisso che indica comunemente un movimento o un cambiamento. Considerando l’uso comune di questo prefisso,[1] possiamo dedurre che il significato basilare di ravvedersi sia di sperimentare un cambiamento nelle percezioni, nelle disposizioni e negli scopi della mente.
L’altro fattore che indica che questo è il giusto significato del verbo ravvedersi è il modo in cui Luca 3:8 descrive il rapporto tra il ravvedimento e il nuovo comportamento. Dice: «Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento». Fa poi degli esempi di questi frutti: «Chi ha due tuniche, ne faccia parte a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lu 3:11). Questo significa che il ravvedimento è ciò che accade dentro di noi. Successivamente questo cambiamento porta ai frutti di un nuovo comportamento. Compiere azioni nuove, non è questo il ravvedimento; il ravvedimento invece è il cambiamento interiore che produce i frutti delle azioni nuove. Gesù esige che sperimentiamo questo cambiamento interiore.
IL PECCATO: UN ATTACCO A DIO
Perché? La risposta è che siamo peccatori. «Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento» (Lu 5:32). Qual era la visione di Gesù del peccato? Nella parabola del figlio prodigo, Gesù descrive il peccato del figlio in questi termini: «Ha sperperato i suoi beni, vivendo dissolutamente…[e li] ha sperperati con le prostitute» (Lu 15:13, 30). Ma quando il figlio prodigo si ravvede, dice: «Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio» (Lu 15:21). Quindi, buttar via la propria vita vivendo dissolutamente e sperperando il proprio denaro con le prostitute non è soltanto deprecabile a livello umano: è un’offesa contro il cielo, cioè contro Dio. È questa la natura essenziale del peccato. È un attacco a Dio.
Lo vediamo di nuovo dal modo in cui Gesù ha insegnato ai suoi discepoli a pregare. Egli ha detto che essi avrebbero dovuto pregare dicendo: «Perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore» (Lu 11:4). In altri termini, i peccati che Dio ci perdona sono paragonati a quelli commessi dagli altri nei nostri confronti e che vengono chiamati debiti. Quindi, la visione che Gesù ha del peccato è che esso disonora Dio e ci rende debitori nei suoi confronti: dobbiamo pagare per aver disonorato Dio con i nostri comportamenti o atteggiamenti offensivi verso di lui per ridarGli quell’onore che abbiamo disprezzato e calpestato. Successivamente vedremo come questo debito sia stato pagato da Gesù stesso (Mr 10:45). Ma per poter godere di questo dono, Gesù dice che dobbiamo ravvederci.
Ravvedersi significa sperimentare un cambiamento della mente, tale che ci permetta di vedere Dio come vero, splendido e degno di tutta la nostra lode e di tutta la nostra obbedienza. Questo cambiamento della mente abbraccia allo stesso modo anche Gesù. Lo sappiamo dalle sue parole: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio» (Gv 8:42). Vedere Dio con una nuova mente include dunque vedere Gesù con una nuova mente.
IL BISOGNO UNIVERSALE DEL RAVVEDIMENTO
Nessuno è escluso dall’invito di Gesù al ravvedimento. Egli lo disse chiaramente quando un gruppo di persone venne da lui con le notizie di due calamità. Degli innocenti erano stati uccisi nel massacro perpetrato da Pilato e di altri innocenti nella caduta della torre di Siloe (Lu 13:1-4). Gesù colse l’occasione per avvertire anche coloro che gli avevano portato queste notizie: «se non vi ravvedete, perirete tutti come loro» (Lu 13:5). In altri termini, non pensate che le calamità stiano a significare che alcuni sono peccatori bisognosi del ravvedimento ed altri no. Tutti hanno bisogno del ravvedimento. Così come tutti devono nascere di nuovo (Gv 3:7), tutti devono ravvedersi in quanto tutti sono peccatori.
Quando Gesù disse: «Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento» (Lu 5:32), non intendeva dire che alcune persone sono abbastanza buone da non aver bisogno del ravvedimento. Intendeva dire che alcuni credono di esserlo (Lu 18:9) e altri invece si sono già ravveduti e si sono messi a posto con Dio. Ad esempio, il giovane ricco voleva «giustificarsi» (Lu 10:29), mentre «il pubblicano…si batteva il petto, dicendo, “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!” [e] questo tornò a casa sua giustificato [da Dio]» (Lu 18:13-14). (Per approfondire il brano di Luca 18:9-15, si veda il Comando n° 20.)
C’È URGENZA IN QUESTO COMANDO, PERCHÉ IL GIUDIZIO È ALLE PORTE
Nessuno, dunque, è escluso. Tutti hanno bisogno del ravvedimento. E il bisogno è urgente. Gesù disse: «se non vi ravvedete, perirete tutti come loro». Cosa intendeva dire con perirete? Intendeva dire che il giudizio finale di Dio si sarebbe abbattuto su coloro che non si sarebbero ravveduti. «I Niniviti compariranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c’è più che Giona!» (Mt 12:41). Gesù, il Figlio di Dio, avverte tutti noi del giudizio a venire e offre una via di scampo se ci ravvediamo. Se non ci ravvediamo, Gesù ha un solo messaggio per noi: «Guai a [voi]!» (Matteo 11:21).
Per questo motivo il suo comando di ravvedersi è parte integrante del suo messaggio centrale relativo al regno di Dio. Gesù predicava che il tanto atteso regno di Dio era presente nel suo ministero. «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo» (Mr 1:15). Il vangelo – la buona notizia – è che il regno di Dio è giunto in Gesù, con la sua prima venuta, per salvare i peccatori prima di arrivare, con la sua seconda venuta, per giudizio. Il comando di Gesù di ravvedersi si basa sull’offerta del suo perdono, valida oggi, e sull’avvertimento che un giorno coloro che rifiuteranno questa offerta saranno giudicati da Dio con la morte eterna; sia l’offerta che l’avvertimento si basano sulla grazia di Dio.
A TUTTE LE NAZIONI A PARTIRE DA GERUSALEMME
Dopo essere risorto dai morti, Gesù si assicurò che i suoi discepoli avrebbero continuato ad estendere l’invito al ravvedimento in tutto il mondo. Egli disse: «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme» (Lu 24:46-47). Perciò il comando di Gesù di ravvedersi è indirizzato a tutte le nazioni. Giunge a noi, chiunque noi siamo e ovunque noi siamo e ci sollecita. Questo è il comando di Gesù rivolto ad ogni anima: ravvediti. Cambia nell’intimo del tuo cuore. Cambia tutte le tue percezioni, le tue disposizioni e i tuoi scopi che disonorano Dio e sminuiscono Cristo, in altri che onorino Dio ed esaltino Cristo.
aprile 13, 2012 alle 11:04 PM |
tutto ciò è vero, noi siamo solo di passaggio in questo mondo, è la nostra prova,, che se la superiamo ci attende il regno dei cieli , dove la nostra anima, riposerà in pace.
io parlo da donna che si è ravveduta, ho peccato molto, ma delle situazioni mi stanno portando a un cambiamento interiore, e ora che sto ritrovando la fede cristiana,mi sto avvicinando a dio,