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Cultura, Bibbia, macroevoluzione, storia e geografia – Nuovo libro del professor De Angelis

agosto 12, 2009

Fernando De Angelis, Cultura e Bibbia. Evoluzione, storia, economia e geografia in un’ottica nuova, Milano, Gribaudi 2009, 311 pagine.

Finalmente un libro davvero innovativo scritto da un evangelico italiano! Il titolo di questo libro è tutto un programma. Esso infatti cerca di porre in correlazione lo stesso concetto di cultura con il libro sacro considerato autorevole dai cristiani. Per certi versi è anche un libro post moderno nel senso che è nella sua stessa natura eclettico, in quanto eterogeneo e in quanto composto da varie parti le quali, in apparenza, ma non in sostanza, non sembrano direttamente correlate fra loro. Può essere definito post moderno anche perché mette in discussione quegli elementi, derivanti dall’Illuminismo, che plasmano la visione del mondo di gran parte degli italiani e dei francesi.

L’autore è un laureato in agraria, proveniente dalla provincia di Arezzo, per molti anni è stato professore di scienze naturali e geografia economica in una scuola media della sua zona.

Prima di farne in qualche modo una valutazione sommaria, andiamo a considerare, a grandi linee, di quali parti esso è composto. La prima parte del libro si intitola «L’INSOSTENIBILITÀ SCIENTIFICA DELL’ORIGINE CASUALE DELLA VITA». Composta da cinque capitoli, questa parte del libro presenta seri ostacoli alla sostenibilità delle teorie della selezione naturale, della macro evoluzione e dell’abiogenesi, mostrando fra l’altro che l’abiogenesi, base importante della teoria della macro evoluzione, può essere considerata «più metafisica che scienza» (pagine 101-102) e che gli esperimenti e le statistiche spesso utilizzate per appoggiare il concetto di macro evoluzione al limite possano appoggiare soltanto la micro evoluzione ovvero dei cambiamenti evolutivi all’interno di una stessa specie.

La seconda parte del libro è molto breve, composta di un solo capitolo, ma può essere considerata molto utile per persone come me un pochino ignoranti di alcuni termini usati spesso fra coloro che nel mondo scientifico dibattono su questioni inerenti a le origini della vita su questo pianeta. Il capitolo in questione si intitola «DIZIONARIO MINIMO EVOLUZIONISMO/CREAZIONISMO». In appendice a tale dizionario l’autore fornisce una serie di libri utili per approfondire le problematiche definite all’interno di tale dizionario, questioni affrontate in maniera sommaria nella prima parte del libro.

Senza voler sminuire né minimizzare l’utilità e l’importanza delle prime due parti del libro (ho molto apprezzato il dizionario di cui sopra) possiamo dire che con la parte terza ha inizio la parte innovativa del libro, una parte che riguarda la nostra stessa visione del mondo. Essa si intitola «STORIA EVOLUZIONISTA E STORIA CREAZIONISTA». In questo capitolo egli mina le basi di quella storiografia che parte da uno schema storico evoluzionista la quale finisce per esaltare la rivoluzione francese, dimostrando quanto siano stati importanti, e nella nostra Europa centro meridionale (in primis in Italia e in Francia) sottovalutati, quegli elementi positivi e stabilizzanti che derivano sia dal calvinismo sia dal puritanesimo, sottolineando anche il fatto che quest’ultimo abbia avuto maggiore libertà di espressione e di concretizzazione pratica più in Nord America che in Europa. Allo schema storico evoluzionista “classico” il nostro autore contrappone una sua proposta, in una decina di pagine, di «schema storico alternativo» (pagine 186-198). All’interno di questo schema, fra l’altro, egli ci ricorda quanto sia difficile e scorretto ignorare l’islam e come si dovrebbero invece ricordare gli apporti innovativi e utili fornitici dal mondo islamico fra il settimo ed il diciottesimo secolo (a tal proposito si leggano le pagine 195 a 196).

Segue la parte quarta del nostro libro, intitolata «ECONOMIA E RELIGIONI» la quale evidenzia un fattore spesso dimenticato da molti economisti “laici” e cioè quanta correlazione ci possa essere fra questioni economiche e sottofondi religiosi. In questa parte si propone che invece di suddividere i popoli in continenti forse sarebbe utile raggrupparli in «base al loro sottofondo religioso-culturale» (pagina 200).

L’ultima parte del libro, non meno delle precedenti, forse anche più, non potrà mancare di suscitare reazioni anche forti da parte dei lettori del libro stesso. Essa è composta di un solo capitolo e si intitola «CENNI DI GEOGRAFIA CRISTIANA». Questa quarantina di pagine potrà farci riflettere sulla correlazione fra principi biblici e prosperità reale ma se notiamo qualche lacuna all’interno di essa ricordiamoci che si tratta soltanto di “cenni” di un abbozzo di un discorso che andrebbe e potrebbe essere ulteriormente approfondito.

Come valutare questo libro? A parere di questo recensore esso potrebbe essere utile, assieme alla Bibbia stessa, come una specie di catechesi per aiutare a plasmare in positivo l’Italiano medio, al fine di mettere in discussione molti elementi culturali e non dati per scontato i quali, invece, alla luce sia dei fatti, storici e scientifici, andrebbero messi perlomeno in discussione, al fine di creare una nuova sintesi che sia più conforme al Libro dei Libri e più consone alla realtà stessa, che va distinta da nostri preconcetti culturali spacciati per fatti. Di certo forse saranno in pochi, anche fra i protestanti (un calderone che include una vasta varietà di non aderenti alla religione maggioritaria di questa nazione) e fra i cosiddetti laici, ad avere il coraggio di prendere sul serio i ragionamenti e le argomentazioni dell’autore ma lascio ai nostri lettori la sfida di sia acquistare sia leggere con apertura mentale queste trecento paginette che ci presentano una visione del mondo alternativa.

Andrew Diprose

(Docente di Antropologia Culturale per l’Istituto Biblico Evangelico Italiano di Roma)