Sentenza Sandri, rivolta degli ultrà sassi e petardi sugli agenti… Con commento

Sentenza Sandri, rivolta degli ultrà
sassi e petardi sugli agenti, due arresti
Nella notte lanci sulla stazione dell’Arma a Ponte Milvio
Il sindacato di polizia Cosip: «Il padre aizza la folla»

Momenti di tensione nel corso della notte a Roma, dopo la sentenza per l’uccisione di Gabriele Sandri che ha inflitto 6 anni di carcere all’agente di polizia Luigi Spaccarotella, per «omicidio colposo». Alcune decine di ultrà che si erano radunati a piazzale Ponte Milvio – dove già nei giorni precedenti la sentenza della corte d’assise d’Arezzo si erano tenute manifestazioni in ricordo del giovane tifoso laziale – hanno lanciato sassi e bottiglie contro un contingente della polizia che passava in quel momento. Lo stesso gruppo, poco dopo, ha lanciato alcuni petardi e altri sassi contro la stazione dei carabinieri di Ponte Milvio, non distante dal piazzale. Uno dei petardi ha danneggiato un’auto e una moto parcheggiate davanti alla caserma. La situazione è tornata tranquilla durante la notte, ma le forze dell’ordine sono in stato d’allerta per evitare o contenere altri possibili episodi di violenta protesta. Due ultrà sono stati quindi arrestati all’alba dai carabinieri con l’accusa di danneggiamento e resistenza: in casa dei due, 28 e 23 anni, sono state trovate bandiere delle SS e di Mussolini, nonché caschi, mazze e passamontagna.

RABBIA E POLEMICHE SUI GENITORI – Intanto è polemica tra sindacati di polizia e forze politiche di ogni schieramento sulla sentenza e sulle accuse lanciate dal Cosip – sindacato indipendente di polizia – al padre di Gabriele, Giorgio Sandri, «reo» a detta dei poliziotti, di «aver aizzato la folla». Dopo le lacrime di Daniela Sandri, la madre di Gabriele, in aula, alla lettura della sentenza, nella notte Giorgio Sandri aveva partecipato a una diretta della trasmissione radiofonica «Talk Radio – Voci nella notte», in onda su TeleRadioStereo. Insieme a Michele Plastino, Sandri aveva commentato la sentenza di ieri che ha riconosciuto colpevole di omicidio colposo l’agente Spaccarotella.
«E’ una vergogna. Come per l’omicidio Aldovrandi a Ferrara non c’è giustizia», aveva commentato. Poi però si era raccomandato ai tifosi infuriati, cercando di trattenerli: «Adesso però è il momento di stare calmi, non dobbiamo offrire il fianco passando dalla parte del torto. Dico a tutti i ragazzi di stare calmi».

* Continua a leggere all’indirizzo http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_luglio_15/sandri_scontri_notte-1601569767838.shtml

* Due brevi commenti:
a) Qui, molti, non il tribunale, ma altri, cercano ancora di far passare per criminale un pubblico ufficiale che ha esagerato nello svolgimento della sua funzione di tentare di bloccare delle persone, degli ultras, che stavano per commettere degli atti criminosi, il quale, pubblico ufficiale, purtroppo, non per volontà sua, ha accidentalmente ucciso un altro essere umano. Come mai nessuno parla mai delle armi improprie contenute nell’auto su cui si trovava Sandri, auto che l’agente in questione tentava di fermare?
b) In secondo luogo, assodato che non si tratta di omicidio volontario ma di un uso esagerato e scorretto della forza per tentare di fermare delle persone assai problematiche, come mai non si accetta la sentenza per “omicidio colposo” (6 anni, non 6 mesi!)?! Alcuni a questo punto invocano la Bibbia. Ebbene, vi ricordo che nell’Antico Testamento, la pena capitale era prevista solo per gli omicidi volontari. Oggi come oggi si vorrebbe dare l’ergastolo ad un pubblico ufficiale che ha sbagliato nell’uso della forza ma che non aveva intenzioni omicide e, d’altro canto, spesso si desidera mantenere in vita, e concedere presto la libertà a persone che hanno commesso omicidi volontari e premeditati. Ma dove siamo arrivati? L’insegnamento biblico include il bisogno di giustizia e di pene commisurate alla gravità sia della premeditazione, sia delle intenzioni sia delle proprie colpe legate ai fatti commessi.
* Gli omicidi colposi, ai tempi dell’Antico Testamento, prevedevano una specie di “arresto domiciliare” nelle “città di rifugio” per coloro che avevano commesso omicidio colposo, non l’ergastolo o la pena capitale (vedere Numeri 35:22 a 28). Gli omcidi premeditati, la morte!

Oggi invece si nota un buonismo persistente nei confronti di criminali che alla fine non porta nessun bene, anzi è fonte di tensioni notevoli fra le varie categorie sociali.

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