Sul sito de IL CORRIERE, http://www.corriere.it/solferino/severgnini/08-10-19/07.spm , leggiamo
Pare che non si possa criticare il Papa
Caro Beppe e cari Italians, anch’io mi lagno della deriva papista, ma dell’Italia intera, non del “Corriere” (Sartori santo subito!). L’opinione del papa conta, ahimé se conta! Mi stupisce invece la maniera in cui gli italiani accolgono quello che dice: in maniera totalmente acritica e superstiziosa. Pare che il Papa, come il presidente della Repubblica, non possa essere criticato. A me pare un’ovvietà che il Papa dica che la parola del suo Dio sia più solida del denaro (anche quello suo?), e più in linea con il messaggio dei suoi Vangeli. Mi sembra più criticabile quando dall’alto del suo dorato pulpito protegge Marcinkus dall’arresto, chiede trattamenti di favore per la sua ramificata holding economico/finanziaria o si intromette negli affari privati di cittadini italiani che non appartengono al suo peculiarissimo gregge. O che da esso ne sono esclusi. Oppure quando contribuisce con le sue discutibili ricette contraccettive alla miseria dei più diseredati. O quando riesce a montare ad arte una campagna mediatica perché al povero Papa bistrattato non è permesso parlare all’università. Mi dispiace che in ogni tg la domenica bisogna sorbirsi il suo “Angelus”, ma pazienza: non è certo la cosa più grave. Mi dispiace di più che Riotta non sia riuscito a cambiare questa stranezza, o che non abbia voluto farlo. Ritengo che questa maniera medievale di intendere la religione, da parte della Curia come dei credenti, sia sintomatica del degrado morale, civile e culturale dell’Italia. Se queste cose mai cambieranno, questo sarà uno dei sintomi che finalmente l’Italia è sulla strada giusta del riscatto. Non saremo mai una nazione veramente moderna, avanzata e civile finché gli italiani non svilupperanno una coscienza critica seria. I protestanti l’hanno fatto 500 anni fa. Ecco, i cattolici ci arrivano in media 500 anni dopo. Forse prima o poi ce la faremo.
Filippo Carcaci , filippo.carcaci@gmail.com
Che dire? Il Signor Carcaci non ha purtroppo ragione quando scrive “Mi sembra più criticabile quando dall’alto del suo dorato pulpito protegge Marcinkus dall’arresto, chiede trattamenti di favore per la sua ramificata holding economico/finanziaria o si intromette negli affari privati di cittadini italiani che non appartengono al suo peculiarissimo gregge. O che da esso ne sono esclusi. Oppure quando contribuisce con le sue discutibili ricette contraccettive alla miseria dei più diseredati” ?!
Pensiamoci! Riflettiamo!!
Non è preoccupante il fatto che si pensi che un arcivescovo corrotto, probabilmente mandante di un omicidio una trentina d’anni fa!, debba esere protetto solo perché parte della gerarchia vaticana?!
Forse dovremmo tornare agli insegnamenti di Cristo e del suo vicario, lo Spirito Santo.
A.D.